Nel cerchio del male by James Patterson

Nel cerchio del male by James Patterson

autore:James Patterson [Patterson, James]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Longanesi
pubblicato: 2023-08-21T22:00:00+00:00


54

Mi misi una giacca con il cappuccio e uscii in veranda. Era una bellissima sera di marzo, la temperatura era di quindici gradi e l’aria profumava di fiori, ma io mi sentivo oppresso.

Mi sedetti sul dondolo di Nana.

Bree mi raggiunse e venne a sedersi vicino a me.

«È proprio vero che nella vita non si sa mai cosa succederà» disse.

«In che senso?»

«Nel senso che ti aspetti delle cose e te ne arrivano delle altre.»

«Ti riferisci a Jannie?»

«Sì. L’ha presa male. E tu?»

«No, a me sta bene.»

«Dalla faccia che hai, non sembrerebbe.»

«È Sampson» dissi, e le raccontai tutto.

«Ha ragione. E ha fatto bene a dirtelo» osservò Bree, quando ebbi finito.

«Lo so. Adesso mi sento in colpa, ma sul momento ero convinto che bisognasse fare come dicevo io.»

Bree mi mise un braccio intorno alle spalle. «Hai preso la strada più pericolosa. Quella che il novantanove per cento della popolazione avrebbe accuratamente evitato.»

«Ho fatto ben di più che prendere la strada sbagliata, Bree.»

«Non mi pare. A meno che tu non volessi davvero trascinare Sampson in una situazione che avrebbe potuto costargli il posto di lavoro.»

«No.»

«Ecco, vedi?» ribatté Bree, e mi abbracciò. «Hai momentaneamente perso la rotta, ma non sei naufragato. Hai avuto un piccolo problema di navigazione, tutto qui.»

Sorrisi. «La vita è un viaggio per mare?»

Bree rise e mi diede un bacio sulla guancia. «Più o meno.»

«Grazie» le dissi, restituendole il bacio.

«E di che?»

«Della fiducia.»

«Ora e sempre, Alex Cross.»

Bree mi aveva consolato, ma continuavo ad avere sentimenti contrastanti nei confronti di Sampson e lei me lo lesse negli occhi. «Tu e John dovete parlare, Alex.»

«Sei molto perspicace, sai?»

«Da qualcuno avrò imparato...»

«Salgo in macchina e vado da lui adesso. Così ci chiariamo.»

Bree mi diede una pacca di incoraggiamento. «Così stanotte dormi sereno.»

«Giusto.»

«Allora, ciao» disse lei. «Ti aspetto sveglia.»

Salii sulla nostra vecchia Mercedes, accesi il motore e mi immisi in Fifth Street.

Vidi i fari di un veicolo nello specchietto retrovisore: era un SUV nero che era appena uscito dal suo posteggio a circa un isolato di distanza.

Avrei potuto fare il tragitto per la casa di Sampson a occhi chiusi, e meno male, perché quella sera avevo la testa altrove.

Avevo lo screenshot dell’ultimo messaggio di M su un vecchio telefono, ma non avevo bisogno di tirarlo fuori dalla tasca per ricordarlo. Il tono provocatorio e strafottente e l’accenno alle teste di pesce non facevano che alimentare la mia ansia, mi rammentavano che M era bizzarro e imprevedibile, e ce l’aveva con me. Voleva tenermi sotto pressione e l’unica cosa che potevo fare era cercare di non rimuginarci troppo sopra.

Ma non potevo sottovalutare la seconda parte del messaggio.

Adesso viene il bello. Fra poco capirai.

M sta per...

Mi era chiaro che M mi stava stuzzicando, spingendomi a bruciare tutte le mie energie mentali nel tentativo di anticipare la sua prossima mossa. Ma non c’era solo questo.

«Sa perfettamente che il nome M mi scombussola nel profondo» borbottai fra me rallentando al semaforo giallo in Pennsylvania Avenue. «Che cosa significa? Chi c’è dietro?»

Per abitudine, guardai nello specchietto retrovisore e vidi cinque veicoli nell’altra corsia: un furgone, un pickup, un minivan, una jeep bianca e un SUV nero.



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